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Delara Darabi

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Dondola,

dondola da un collo di corda

l'ultimo tuo cavalletto,

l'ultima tua telefonata,

e ci stanno ammazzando.

 

Dondola, dondola

dente avvelenato

estremo happening concettuale

d'un'arte rimasta alla sbarra,

al buio d'un chador verde,

da ragazzina, occhi sognanti.

 

Dondola, dondola

nascono viole

sotto i piedi

degli impiccati

nascono viole,

del colore intenso

delle loro labbra,

nascono viole.

 

L'aria ci mancò

sotto le suole,

appesi a te,

morimmo,

a malincuore.

 

     [Scarti di magazzino, 2013]

 Ivan Pozzoni - 03/05/2018 13:08:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Grazie, Maria Teresa!

 Maria Teresa - 03/05/2018 01:48:00 [ leggi altri commenti di Maria Teresa » ]

Struggente e tenera nell’impianto poetico; riportare alla memoria crimini che prevaricano i diritti umani (o femminili?) credo sia necessario e giusto, come già è stato detto nei precedenti commenti; ne parlai anch’io in un’antologia contro la violenza di genere, così come parlai diffusamente di Reyhaneh Jabbari; se mi permetti le vicende delle due donne sono molto simili sotto tanti aspetti:

Reyhaneh: "... lascia che il vento mi porti via..."

Complimenti per la tua "Poesia"

 Ivan Pozzoni - 27/04/2018 17:58:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Penso anche io. Più necessaria, che bella.

 Giovanni Rossato - 27/04/2018 08:45:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Rossato » ]

Bella ma soprattutto necessaria

 Ivan Pozzoni - 26/04/2018 19:12:00 [ leggi altri commenti di Ivan Pozzoni » ]

Perchè è stata uno «scarto di magazzino».

 Klara Rubino - 26/04/2018 17:28:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

L’ho letta cantandola come una ninna nanna ...macabra.
Il nome stesso della protagonista è un’altalena una culla di suoni e mi pare ti abbia fatto da spunto creativo per il ritmo e la musicalità del testo che si interrompe, a mio sentire, nell’ultima strofa: la morte è lì sopraggiunta.
Riguardo la protagonista su Wikipedia ho letto la storia:
"Delara Darabi (persiano: دلارا دارابى‎; Rasht, 29 settembre 1986 – Rasht, 1º maggio 2009) è stata una pittrice iraniana, condannata al patibolo con l’accusa di essere stata complice in un omicidio risalente al 2003, quando aveva solo 17 anni.

Omicidio dei familiari

Delara nel 2003 aiutò il fidanzato, Amir Hossain, allora diciannovenne, in una rapina nella casa di una cugina del padre e lo stesso pugnalò a morte la donna.

Problematiche sull’esecuzione

Delara è stata giustiziata il venerdì, giorno dedicato alla preghiera collettiva per l’Islam, senza che ne fosse data notizia al suo avvocato né alla sua famiglia, come prevede invece la legge iraniana[1]. È stata giustiziata nonostante un movimento internazionale, che raccoglie attivisti per i diritti umani di varia provenienza, avesse ottenuto un rinvio dell’impiccagione di due mesi.

Delara si era dichiarata colpevole per aver ottemperato all’incitazione all’omicidio da parte di Hossein, con la speranza di non essere condannata a morte e di poter salvare il fidanzato. Più tardi rivelò che l’omicidio era stato commesso dal fidanzato e successivamente Hossain negò di essere stato lui l’autore del delitto."

Perché hai scelto di porre l’attenzione su questa vicenda umana?
Quali sono gli aspetti più significativi/ rappresentativi per te?

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